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ARMI: difesa abitativa

Basandoci sul diritto della difesa delle nostre abitazioni ci siamo posti alcuni quesiti: "in caso di intrusione di un estraneo nella nostra casa, quale potrebbe essere la nostra reazione?".

1Le abitazioni sono frequentemente teatro di furti e di abusi. E' probabile che i malviventi si introducano in casa durante l'asseza dei proprietari. Ma oggi, sempre più spesso, la presenza di persone nelle abitazioni non scoraggia i ladri. Una regola rimane fondamentale: meglio prevenire che curare. La prima cosa da fare è quella di rendere la nostra abitazione il meno appetibile possibile al malvivente. Ove fosse possibile, è meglio non avere orari troppo ripetitivi e abitudini costanti. E' di esempio la massaia che tutti i giovedì mattina, quando i figli sono a scuola e il marito è al lavoro, si reca al supermercato per la spesa settimanale: questo significa come minimo un’ora di tempo per ripulire la casa. Una buona parte dei furti in abitazione sono fatti durante il giorno. Nella fattispecie della casa isolata (villa con giardino) sarà bene avere un cane da guardia addestrato a far tanto rumore, senza avvicinarsi troppo all’intruso per evitare di essere addormentato o, peggio ancora, soppresso; cosa più importante esso deve mangiare unicamente dalle mani del padrone. Sono molto efficaci anche quei piccoli quadrupedi che stanno in casa e abbaiano sempre: fanno un gran baccano appena qualcuno si avvicina alla porta e sono chiamati anche " cani da appartamento". Un amico che vive in campagna ha sostituito il cane da guardia con un "crocchio" di oche che non spaventano nessuno, ma al momento opportuno sanno fare egregiamente il loro dovere. Vicino ai muri perimetrali della casa è meglio non piantare cespugli o alberi atti a nascondere una sagoma umana. Le luci esterne, soprattutto se hanno i sensori volumetrici che le fanno accendere automaticamente al passaggio della persona sono molto adatte a disorientare l’eventuale intruso e soprattutto a segnalare la sua posizione; oggi l'installazione e il costo è alla portata di tutti, con circa venti euro è possibile comprare un faro da 150 w. completo di sensore. È prudente non lasciare all’esterno attrezzature da giardinaggio adatte a scassinare porte e finestre. Anche quando non siamo in casa, è meglio lasciare le persiane aperte, le tende abbassate e magari la televisione accesa. E perfettamente inutile, infatti, chiudere i serramenti esterni e accendere le luci del giardino significa dichiarare che l’abitazione è vuota. L’intruso sarà, quindi, preparato a interrompere il sistema di allarme e a forzare le persiane con una comunissima leva. Se non abbiamo in casa una collezione di Renoir, è molto difficile che un vero "professionista" del furto prenda di mira la nostra abitazione. I nuovi antifurti permettono di proteggere parti dell'abitazione escludendone altre, possiamo cosi inserire l'antifurto che protegge finestre e muri esterni perimetrali quando andiamo a dormire o guardiamo la televisione, saremo avvertiti in caso qualcuno si avvicini troppo alla casa e quando siamo fuori può chiamarci al cellulare.

Di norma i piccoli furti avvengono per mano di comuni delinquenti che non scelgono particolari abitazioni, ma "vagano" da un isolato a un altro in cerca di una facile preda. Sarà allora conveniente rendergli fin da subito la vita dura. Riguardo agli appartamenti, la situazione cambia leggermente, fatti salvi i comportamenti preventivi da porre in essere durante la nostra assenza e descritti precedentemente. Le intrusioni nei palazzi possono essere più difficoltose in virtù della presenza di una portineria. E utile parlare con i vicini di casa così da instaurare un proficuo rapporto di collaborazione. E capitato che l’inquilino del piano di sopra abbia sentito forti rumori, non conoscendo le abitudini del vicino, ha pensato a lavori di muratura. Di fatto erano delinquenti vestiti da operai che stavano abbattendo una porta blindata. Chi abita in condominio e si sa organizzare, può considerare la sua abitazione generalmente ben protetta, anche se il proprio appartamento è al primo piano. Oltre ai comportamenti preliminari appena descritti, possiamo proteggere la nostra casa con diversi sistemi di allarme. Per quanto ci riguarda, a meno che la nostra casa non sia un museo di arte contemporanea, la soluzione migliore sarebbe quella di installare un sistema di allarme silenzioso. Quando attivato ci indicherà, anche a distanza tramite telefono, l’eventuale intrusione, senza insospettire minimamente il ladro. Potremo così avvertire in modo fulmineo e discreto le forze dell’ordine per effettuare un sopralluogo. Consideriamo ora l’aspetto dell’intrusione vera e propria da parte di sconosciuti in casa nostra. La prima considerazione, molto importante da fare, è che non possiamo sparare per difendere la nostra proprietà, ma solo per difendere la nostra vita o quella dei cari o dei presenti. E' possibile che durante la nostra assenza, alcuni ladri possano avere visitato la nostra casa. Se rientrando dovessimo notare aperta o scassinata una finestra che avevamo lasciato chiusa, non esitiamo un momento: allontaniamoci dalla nostra proprietà, soprattutto se in compagnia di figli e moglie, raggiungendo il telefono più vicino per avvisare le autorità competenti. Un telefono cellulare, in questi casi, è molto comodo e, oltre tutto come avremo modo di vedere in seguito, non può essere interrotto con il taglio dei cavi. Entrare in casa, anche se armati e preparati, non conviene in assoluto, "ripulire" una casa da soli non si addice neanche al più scaltro incursore dei marines, o meglio, potrebbe anche farlo, ma a quale rischio? Non facciamoci prendere da manie di grandezza: di Rambo ce n’è uno solo, ed è di finto. La difesa con le armi a fuoco, come ripetuto più volte, è l’extrema ratio, da evitare sempre e in assoluto. Se, mentre dormiamo, dovessero svegliarci dei rumori, per prima cosa dobbiamo capire se sono rumori "normali" o sospetti. Normale può essere un passo conosciuto o una persona che cammina per casa accendendo luci e non badando troppo al baccano che produce. Questo va associato al fatto che qualche componente della famiglia potrebbe essere rientrato più tardi, oppure potrebbe essere qualcuno che si è alzato durante la notte per andare a bere o fare un goccio di acqua. Questa distinzione è fondamentale per comprendere subito cosa fare. Nel dubbio, è bene prepararsi ad "accogliere" l’eventuale intruso e chiamare ad alta voce per nome la persona che supponiamo possa essere in casa. Se non dovessimo avere una risposta esauriente, la cosa migliore è riunire tutta la famiglia in camera da letto o in un’altra stanza ben difendibile in cui avremo un telefono e un’arma (sarebbe meglio tenere sempre accanto al letto un cellulare), chiudersi dentro e telefonare subito al più vicino posto di forza pubblica senza riagganciare il ricevitore del telefono, permettendo così all’interlocutore di registrare il susseguirsi dei fatti. Trincerati in camera, saremo nella posizione più sicura in assoluto. A questo punto è bene far sapere all'intruso che conosciamo la sua posizione e che siamo armati, parlando ad alta voce. Questo è un test molto importante per verificare il tipo di personaggio che si è introdotto in casa nostra. Con tutta probabilità, il ladro se ne andrà. Se ciò non dovesse accadere, sapremo di avere a che fare con una persona pericolosa o con uno squilibrato. Un consiglio superfluo e scontato per i più: le armi che deteniamo, vanno conservate in modo corretto, ovvero in un luogo sicuro e di non facile accesso ai non autorizzati. L’unica arma, quella che utilizziamo per difesa, dovrà essere vicina e a portata di mano in pochissimo tempo. A questo punto restiamo barricati nella nostra stanza mettendo tutti i componenti della famiglia al sicuro, ovvero lontani da porte, finestre e sdraiati per terra. Intanto, ritelefoniamo al pronto intervento, comunicando il comportamento tenuto dal malavitoso e indicando con precisione anche la nostra posizione in casa. Rimaniamo sempre in posizione strategica, cioè non dietro alla porta o alla finestra, perché queste strutture non arrestano le palle, soprattutto se dall’altra parte c’è un calibro 12. Dovremo tenere l’arma pronta a fare fuoco, senza infilare il dito nella guardia del grilletto. Prima di sparare dobbiamo sempre distinguere il bersaglio. Attenzione al momento in cui arriva la polizia. Evitiamo in maniera assoluta di intervenire: il rischio è di essere confusi con i malviventi e di lasciare scoperti i nostri familiari, che potrebbero essere usati come ostaggi. Solo quando le forze dell’ordine avranno controllato la casa potremo uscire tranquillamente. L’altra possibilità è quella di cercare il ladro ma se abbiamo riunito tutta la famiglia in una stanza questa è una tattica troppo pericolosa. Agendo in questo modo potremmo barattare la nostra vita con una manciata di gioielli e non ne vale la pena. Comunque, pensiamo anche a questa evenienza. Innanzitutto, dobbiamo essere consapevoli di avere fatto abbastanza pratica e di avere la massima confidenza con l’arma che stiamo utilizzando (e non è poco!!). Poi, dovremo saper muoverci senza indugio anche nel buio più assoluto e conoscere la mappa delle zone sicure, quelle che offrono la massima copertura di casa nostra. Quando usciamo in perlustrazione ricordiamoci prima di tutto di lasciare una via di fuga al malvivente. Un delinquente che non scappa alle nostre intimidazioni, se resta intrappolato si mette a sparare e non lo fa per giocare. Ricordiamo che noi qualche cosa da perdere l’abbiamo, lui forse no. Cominciamo ora a controllare sistematicamente tutta la casa. Consigliamo di portare una torcia piccola ma potente che ci servirà, eventualmente, per traguardare il bersaglio. Questo per constatare, un istante prima di fare fuoco, che l’intruso sia effettivamente armato e che realmente stia minacciando la nostra incolumità. Stiamo percorrendo un terreno che conosciamo perfettamente quindi, in un certo senso, siamo favoriti potendo sfruttare al massimo le zone di copertura. Quando ci muoviamo da una zona all’altra lo dobbiamo fare in maniera assolutamente silenziosa, annullando gli angoli morti e avvicinandoci a una nuova area in modo da poterla vedere rimanendo coperti. Attenzione ai pavimenti di legno, soprattutto se inchiodati, attenzione anche alle canne in calibro 12 e alle armi spianate a braccia tese. I nostri movimenti dovranno essere rapidi e senza indugio. L’arma dovrà anticipare il nostro movimento e rimanere vicino al corpo per evitare di farcela rubare. Per quanto riguarda l’apertura delle porte, le scuole di pensiero sono due: sbattere la porta e guardare cosa c’è nel vano oppure aprirle poco e piano guardando attraverso gli spiragli, quello verso la maniglia e quello verso gli stipiti. La polizia francese, per esempio, quando la porta è aperta si presenta nel vano per controllarlo mostrando solo metà faccia e la pistola, in piedi o accucciati dietro agli stipiti. Attenzione anche alle ombre. Se viviamo in campagna, non avremo luci esterne come insegne lampeggianti oppure veicoli che illuminano improvvisamente l’interno della casa. Se, invece, viviamo in città questa possibilità va sfruttata a nostro vantaggio. Non passiamo vicino alle finestre perché un improvviso fascio luminoso potrebbe tradirci. Se usiamo una pila, teniamola distante dal corpo, con la mano tesa lateralmente, la luce della pila è il bersaglio del maleintenzionato che se sparerà lo farà verso di essa. Cerchiamo di spingere l’intruso verso una facile uscita. Attenzione alle scale, offrono una scarsissima copertura, se il malvivente le sta utilizzando per abbandonare la casa non seguiamolo, poiché saremmo un facilissimo bersaglio. Di norma le regole comportamentali sono quelle appena descritte, consideriamo, però, che ogni situazione necessita di comportamenti diversi e specifici. La scelta da fare spetta soltanto alla persona che dovrà condurre l’operazione. Ripetiamo il nostro: praticare una buona prevenzione ed essere pronti a riunire tutti i nostri cari in una stanza sicura, in attesa dell’arrivo della forza pubblica. Il sottile confine che separa l’uso legittimo delle armi (sia esso propriamente inteso oppure vada compreso nell’ampia accezione della legittima difesa), dall’eccesso nel loro impiego, come disciplinato dall’articolo 55 del Codice Penale, è argomento delicato ma di estremo interesse per i giuristi e necessariamente per quanti detengono armi per difesa personale. Ci limiteremo allora a esporre in estrema sintesi le basi istituzionali in materia, dando poi spazio all’argomento che più sta a cuore ai visitatori del web, ossia quello attinente ai limiti che nella pratica il cittadino deve porsi, laddove sia chiamato a fare uso delle armi che detiene. In primo luogo è opportuno evidenziare che l’articolo 53 del nostro Codice Penale, che disciplina l’uso legittimo delle armi in senso stretto, è essenzialmente diretto a coloro che hanno in dotazione armi per le funzioni pubbliche che rivestono e per le quali spesso sono a difendersi e anche a colpire per compiere il proprio dovere. Modificate o abrogate diverse norme dell’ordinamento non più avvertite al passo con i tempi, la Giurisprudenza si è attestata sul fronte del riconoscimento della legittimità e adeguatezza dell’uso delle armi soltanto a fronte di situazioni palesemente incontrollabili in maniere meno cruente: per ridurre l’azione armata avversaria oppure per arginare azioni comunque estremamente violente e pericolose (Cassazione 16/5/1978 n. 1330). Peraltro, ove possibile, gli spari dovranno in prima battuta essere rivolti in aria, a fini intimidativi (Cass. 14/5/1962 n. 988) e mai, pertanto, si potrà usare l’arma per arrestare la fuga di un soggetto che si sottragga a una intimidazione, perché il ricorso all’esplosione di colpi può essere giustificato soltanto nelle ipotesi in cui sia posta in essere una resistenza attiva (Cass. 13/3/1986 n. 309). Parimenti, l’arma non potrà essere usata laddove si possa mettere a repentaglio la vita di persone estranee al contesto oppure sottoposte all’azione delittuosa dei malviventi (per esempio gli ostaggi). In tali casi, infatti, è preminente l’interesse alla salvaguardia dell’incolumità degli innocenti rispetto al dovere di repressione dell’illecito (Cass. 5/5/1991). Per il resto, questa causa giustificativa e discriminante specifica è regolata e trova applicazione al pari delle altre: anche per essa, perciò, potranno essere invocati i concetti di errore ed eccesso colposo sui quali vale la pena spendere qualche parola, con particolare riferimento al tema della legittima difesa, l’istituto giuridico volto a esimere da pena quelle condotte che, seppure si concretano astrattamente in reati, non sono avvertite come antisociali dalla collettività in quanto dirette a tutelare l’individuo da ingiuste aggressioni esterne. Si deve partire da una considerazione fondamentale: per il nostro ordinamento positivo è indispensabile che, a guidare un’azione armata così come in generale una reazione violenta, deve essere sempre la prudenza. Per fermare infatti una condotta in sé illecita di un soggetto, dovrà sussistere piena adeguatezza della condotta che egli assume in relazione a quella tenuta da altri e contro la quale sì indirizza. Senza dubbio, nella scala dei valori costituzionalmente garantiti, la vita e l’incolumità si trovano al primo posto e, quindi, per rendere legittima la loro offesa è necessario che si sia in presenza di fatti indubbiamente avvertiti come gravi e meritevoli di proporzionata reazione. Così, di norma, sarà giustificato colui che spara in direzione di malviventi entrati nella sua casa nel corso della notte, constatata la gravità del fatto e la sua pericolosità criminale. Tuttavia il quadro potrebbe cambiare di molto se l’episodio avvenisse alla luce del giorno e il proprietario potesse rendersi conto per tempo che ad aver violato il suo domicilio erano stati due ragazzini palesemente disarmati. Analogamente, potrà farsi fuoco contro l’aggressore armato o senza dubbio maggiormente prestante fisicamente laddove questi ponga in essere un’azione decisamente violenta dalla quale non ci si possa sottrarre altrimenti (poco importando, peraltro, a chi debba essere fatta risalire la genesi dell’alterco). Viceversa, laddove sia possibile evitare il problema allontanandosi (Cass. 25/5/1993, Barraca; 21/4/1994, De Giovanni) oppure sia stata sufficiente una prima reazione per arrestare il malintenzionato, non potrà più essere ritenuta proporzionata e necessaria una reazione drastica e inutilmente determinata all'uso di un'arma (Cass. 11/11/1992 Tallarico). Anzi, in questi casi si dovrà verificare se l’eccesso di reazione si ascrive a un comportamento imprudente del soggetto oppure a sua scelta deliberata, nel qual caso si tratterà non di eccesso colposo bensì di eccesso doloso ( Cass. 4/12/1991, 5/7/1991, Angelucci; 5/8/1992, Maggironi). Affine a questo tema c’è quello dell’errore colposo, ipotesi che si verifica quando il soggetto ritiene erroneamente di trovarsi in una situazione che di fatto legittimerebbe il ricorso a un’azione violenta di autotutela. Se l’erronea percezione della realtà appare giustificabile, il soggetto sarà assolto integralmente, mentre se dovesse verificarsi che tale valutazione dipende da leggerezza, essa comporterà la punizione a titolo di colpa del reato che si è commesso credendo di doversi difendere. Detto questo, consideriamo quali possano essere le conseguenze di tali impostazioni di principio rispetto al tema dell’uso per difesa delle armi. In primo luogo assume rilievo la capacità offensiva dell’arma usata, con particolare riguardo alte tipologie di armi o sistemi di difesa la cui detenzione è vietata dalla legge e costituisce di per sé reato. Pare chiaro che, nell’ottica di determinare quale sia l’equilibrio fra offesa ricevuta e difesa posta in essere, un ruolo importante possa essere assunto dalla circostanza del ricorso a mezzi in sé consentiti oppure a strumenti che, proprio in ragione della loro elevata ed eccessiva capacità d’offesa, sono interdetti nell’uso a opera dei cittadini. Infatti, come detto, si verserebbe in ipotesi di eccesso colposo anziché di legittima difesa, quando risultasse che i mezzi usati potevano essere evitati o sostituiti da altri più comuni e proporzionati al pericolo (Cass. Pen. sez. V, 2/10/19911; sez. I 11/11/1992 e sez. I 27/2/1993, Timpani). Ogni qualvolta l’arma o le munizioni utilizzate dovessero presentare caratteristiche tali da renderle non detenibili, facilmente si potrà ritenere eccessiva e ingiustificata, almeno colposamente, la condotta del soggetto. Anche a prescindere dalle caratteristiche dell’arma, dovrà comunque valutarsi il suo utilizzo in concreto, più deleteria potendo rivelarsi un’arma bianca impropria utilizzata con inutile reiterazione sul corpo di un uomo, piuttosto che una sofisticata arma da fuoco dalla quale viene fatto partire un solo colpo in direzione delle gambe dell’aggressore. Questo tema è particolarmente importante in rapporto al nostro Codice di Procedura Penale, per il quale è consentito all’imputato di tentare di scagionarsi anche soltanto rendendo nota l’esistenza dei presupposti per invocare la legittimità del proprio operato, salvo essere smentito dalle circostanze di fatto. È chiaro infatti che, in questo contesto, dover riferire di aver fatto impiego di un’arma dotata per esempio di proiettili perforanti, esplosivi o a frantumazione, mal deporrebbe per colui che rivendica la liceità e adeguatezza del proprio operato, specie se l’impiego dell’arma dovesse valutarsi in relazione alla tutela di beni diversi da quelli della vita e dell’incolumità personale. È evidente che il fatto stesso di versare già in una situazione prevista dalla legge come reato (l’utilizzo di arma da guerra, per esempio, oppure con munizionamento vietato), quasi inevitabilmente porta a rendere configurabile in sé e per sé la figura dell’eccesso colposo di cui all’articolo 55 Codice Penale, se non addirittura, considerate talune delle circostanze prima elencate, la commissione di un fatto doloso e/o preordinato (Cass. sent. 5/7/1991 sez. I e sent. 5/8/1992 sez. I). In ogni caso, tale elemento svela con una certa chiarezza se l’approccio, anche in linea astratta, della persona con i mezzi diretti ad arrecare documento di cui si prepara a fare eventuale uso, sia di prudenza o, piuttosto, di intransigente efficacia. Analogamente, la scarsa padronanza dell’arma potrebbe dimostrare una scarsa sensibilità del soggetto rispetto al problema delle conseguenze derivanti dal ricorso a essa, spesso incontrollato e, quindi, potenzialmente molto pericoloso. Dobbiamo allora concludere che potenzialità dell’arma e modalità del suo impiego costituiscono i parametri-guida essenziali per la valutazione della liceità in astratto di una condotta che abbia comportato l’uso di tali strumenti. Entrambi, dunque, risalgono alla volontà del soggetto e svelano, fungendo da spia, le reali intenzioni dell’agente, così come la prudenza e coscienziosità del suo operato, consentendo l’inquadramento della vicenda nell’ambito di una legittima difesa, di un colposo eccesso oppure di una dolosa e illecita esuberanza. Ove, perciò, si tratti di considerare la condotta armata di chi invoca a propria scusante la presunta legittimità dell’operato per ragioni di difesa, potrà ricorrersi anche a questi dati oggettivi per valutare se davvero sia stata rispettata quella proporzione e adeguatezza che, come si diceva, sono i primi elementi che entrano in scena e assumono rilievo in questi casi. Pertanto, la conoscenza della materia e la consapevolezza riguardo la natura e i limiti dei mezzi che si impiegano, possono rappresentare, insieme con la preparazione tecnica nell’impiego dell’arma, elementi importanti, poiché possono guidare in termini di legittimità e giusta misura l’operato dì chi debba far ricorso a detti strumenti di autotutela, senza incorrere in alcun eccesso di sorta. Del resto è assolutamente vero, per chiamare un motto caro alla saggezza e all'equilibrio dei giuristi romani, che colui che si difende da un’offesa non è detto che tenga la bilancia in mano per soppesare la propria reazione nel frangente concitato in cui possa venire a trovarsi. Ma è altrettanto veritiero che quel soggetto potrebbe avere tra le mani una pistola: in tali ipotesi è bene che ne sia padrone e sappia farne adeguato e consapevole impiego.

 

  • data 2023