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OLTRE IL CATALOGO

Qual'era l'aspetto negativo del catalogo Italiano delle armi a fuoco ?
Basta sfogliare una qualsiasi rivista di armi Europea per rendersi conto di quante armi per tiro, per caccia e per difesa migliori di quelle disponibili in Italia hanno a disposizione gli sportivi, i cacciatori e chi lavora negli altri Paesi Europei.

Una delle armi più apprezzate oggi in Italia anche per il tiro è la mitica Smith & Wesson mod. 586/686 che sembra indistruttibile. Mitica anche nella sua forma viene importata in Italia nella sua forma classica, con le guancette in "congalo" poco adatte al tiratore e che vanno subito sostituite. Nulla a che vedere con le armi dello stesso modello importate nei Paesi d'oltralpe dove cambia nome ma rimane sempre lei salvo rivelarsi fornita di guancette semi-anatomiche a mirino in fibra. Sicura contro l'uso di terze persone e rail sotto la canna. Molti diranno che è un caso, bene vediamo la Taurus che ha prodotto da anni un revolver in .410 ottimo per la difesa anche non letale, apprezzato dai Giudici Americani per cui gli è stato dato il nome di "Judge".

Mai arrivato in Italia e probabilmente non arriverà mai se non si smetterà di riclassificare le armi con il sistema Italiano, sistema che nulla ha a che fare con quello che l'UE ha adottato da sempre. Cosi questo revolver è utilizzato in tutti i Paesi Europei meno che in Italia, perchè qui non è mai stato catalogato ne' sarà mai classificato !!

Chi lavora e vorrà difendersi dovrà farlo con la propria Beretta 98, nulla da dire, ma spesso una scarica di pallini sarebbe meglio che 8 grammi di piombo accuminato e aiuterebbe ad evitare gravissimi incidenti spesso involontari durante le aggressioni.

La definitiva chiusura del catalogo: ricordiamo che il catalogo nazionale delle armi era nato nel 1975 e prese vita solo nel 1979 è stato chiuso nel luglio del 2011 ma non è stato gettato alle ortiche, esso ha validità retroattiva perchè le leggi che ad esso fanno capo non sono state modificate, quindi quando l'art.10 della Legge 18/04/1975 n.110 ancora oggi riporta: "La detenzione di armi comuni da sparo per fini diversi da quelli previsti dall'articolo 31 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, è consentita nel numero di tre per le armi comuni da. sparo e di sei per le armi di uso sportivo. Per le armi da caccia resta valido il disposto dell'art. 37, comma 2, della legge 11 febbraio 1992, n. 157" esso si rifa al catalogo nazionale, ciò vuol dire che esso esiste per quello che ne rimane (le armi acquistate prima del luglio 2011) e per il futuro dovremo fare affidamento alla classificazione che secondo il D.L.95/2012 verrà richiesta dai produttori e importatori attraverso il BPN.

Se poi vogliamo parlare di armi lunghe anche qui ci si può sbizzarrire a trovare armi migliori di quelle importate in Italia che sfiorano i nostri confini ma non vi mettono piede. Avete notato come siano rari i tiratori stranieri nei nostri poligoni ? Quanti pochi siano quelli che approfittano delle gare internazionali (rare anche quelle), per venirci a trovare ? Semplice, perchè troppo spesso con le loro armi non possono entrare nel nostro Paese e che senso avrebbe gareggiare con un arma diversa ? Solo quei pochi (2 o 3) che utilizzano armi di produzione Italiana lo fanno.

Pensate che anche coloro che hanno una Beretta 98 non possono entrare in Italia, si perchè all'estero la maggior parte delle armi semiauto è camerata per il 9x19.

 

Se fossimo su striscia la notizia avremmo mandato in onda il filmato di "Fede" che dichiara: "che figura di m....". L'Unione ci ha sanzionato obbligandoci a togliere finalmente il catalogo delle armi con l'auspicio che imparassimo la lezione e togliessimo anche la classificazione delle armi sportive unica in tutto il mondo e invece abbiamo dato in calcio dalla porta al catalogo per fare entrare dalla finestra la classificazione e non contenti aggiungendo ad essa, cosa fuori da ogni logica, la classificazione delle armi sportive unica al mondo.

Tutto questo per pigrizia, cosa che da anni contradistingue l'Italiano in Europa, nel voler mettere mano a poche è semplici norme come l'art.10 in cui poteva trovare posto finalmente la semplice figura dell'arma comune detenibile in numero massimo di 9 armi comuni (3+6 .... 6 erano le ex sportive).

Invece no, meglio passare da emeriti imbecilli piuttosto che far credere all'opinione pubblica che si possono detenere tante armi: nove armi comuni, pistole o fucili. Gia li vediamo i giornali andare a nozze con una notizia del genre, gli stessi giornali che riportarono l'idea idiota che con la caduta del catalogo il controllo sulle armi sarebbe diventato impossibile. Peccato che gli stessi giornalisti non abbiano mai riportato che da quando c'è il catalogo, in Italia, nulla è migliorato sul piano delle armi e della delinquenza (anzi sembra peggiorare), ciò a spiegare che il catalogo nazionale delle armi non serviva affatto a controllare le armi e la delinquenza. ( STATISTICHE ).

E' una delle tante vergogne di questa Italia; come quella dei caricatori, prima di libera vendita, poi da denunciare e adesso nuovamente di libera vendita ma.......
Non si possono usare caricatori maggiorati sulle armi comuni e da caccia, anche con la caduta del catalogo le armi avranno sempre una loro "omologazione" prodotta dalla fabbrica e avallata dal BPN che ne decideranno la quantità di colpi al caricatore oltre i quali non si potrà andare. Quindi dimenticate i caricatori a chiocciola, potrete vederli solo su youtube.

Non voremmo poi parlare della detenzione delle munizioni, se pensiamo che è possibile solo nel nostro Paese detenere fino a 1500 cartucce in .300WSM ma solo 200 cartucce in .22lr. la cosa non può farci che sorridere, perchè piangere sarebbe poco. Ma ciò vale anche per le armi, infatti è possibile detenere un infinità di fucili in .338LM; in 30-06; in 9,3x68; in 500 nitro express ma solo 6 carabine in cal. .22lr. armi altamente pericolose per la sicurezza pubblica.

Sfortuna vuole che le cose, che avrebbero potuto cambiare con la scomparsa del catalogo e le ingiunzioni Europee, siano alla fine dei conti rimaste esattamente le stesse, quindi acquisteremo una decina di fucili a pompa, una dozzina di carabine di precisione in calibri tra il .300 e il .500, una buona ventina di fucili a canna liscia tra doppiette e sovrapposti e un'altra decina di fucili semiautomatici; poi compresemo solo tre pistole in cal. .22corto; una in 9x21 e avremo spazio per solo cinque fucilini in .22lr. o ad aria compressa ma di potenza superiore a 7,5J o magari qualche pistola in .32 per fare qualche gara di tiro, non sia mai qualcuno volesse partecipare agli Europei di tiro a segno.

Spesso ci si chiede perchè nelle case degli Italiani ci sono tante armi da caccia di grosso calibro: è semplice, la legge ti permette di acquistare solo quelle.
E pensare che in molti Paesi le armi in cal. .22 sono equiparate a quelle ad aria compressa.
Siamo l'unico Stato membro in cui puoi andare dal ferramenta comprare tranquillamente una roncola lunga 80 cm. senza problemi e se trovi una vecchia baionetta arrugginita devi denunciarla. Per non parlare dell'interpretazione delle norme e delle circolari che ogni dirigente in ogni questura Italiana fa a modo suo, per cui puoi acquistare quante cartucce tu vuoi a Torino ma se sei a Palermo non ne puoi acquistare più di 200 in sei anni. Si, perchè in Italia le leggi subiscono forti cambiamenti durante il trasporto dal nord al sud.

Abbiamo tolto il sorriso dalla bocca di tutti gli avversari alle ultime Olimpiadi con il tiro a segno e il tiro a volo ma continuiamo a passare per pagliacci ogni volta che dovremmo fare un passo avanti nella burocrazia e nelle norme faragginose che ci lasciano al palo e che dovremmo modificare.
Forse è vero il detto: "ogniuno ha ciò che si merita".

 

 

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