Misuratore
di velocità
(misuratore di tempo)
autocostruito
Le
domande di molti ricaricatori ci hanno indotto a ricercare un vecchio schema
per la costruzione di un rilevatore di velocità per proiettili. Si
tratta naturalmente di un progetto completamente "auto-costruito"
che fa parte ancora di quelli del tempo in cui le moderne fotocellule a
semiconduttore si affacciavano sul mercato ma il loro uso in questo campo
non era conosciuto.
Noi
non siamo esperti in elettronica, quindi ci limiteremo ad indicare il funzionamento
dell'apparecchio che oggi non possediamo più ma che circa 25 anni
or sono abbiamo usato con successo in molte delle prove di allora. Anche
i componenti indicati negli schemi fanno parte di materiale di tanto
tempo fa, non siamo sicuri che oggi possano essere reperiti ma un buon
tecnico elettronico saprà sicuramente risolvere ogni problema.
Il
disegno qui sopra rappresenta il misuratore cosi come lo ricordiamo, essenzialmente
una scatola di una ventina di centimetri per lato, su cui trovavano posto pulsanti, morsetti e una serie di numeratori
a led che indicavano i tempo di volo del proiettile. Cominciamo con lo
spiegare il funzionamento di base di questo tipo di misuratori, perchè
non è certo un progetto nato dal nulla ma si rifà a quelli
che a quel tempo venivano usati dalle industrie di armi e munizioni nei
loro balipedi.
Il
funzionamento si basava sul misurare il tempo che un proiettile impiegava
a percorrere un certo spazio per dedurne la velocità. Quindi si doveva
avere un cronometro capace di attivarsi e arrestarsi al passaggio del proiettile, ne più ne meno quello che gli attuali cronografi fanno, restituendo però la velocità del proiettile espressa in metri al secondo dopo aver fatto il calcolo attraverso un micro computer situato al loro interno.
A quel tempo tutto veniva fatto elettricamente, il proiettile una volta sparato usciva dalla canna e interrompeva o chiudeva
un circuito che attivava e disattivava il cronometro elettronico. Interrompeva il circuito tagliando un finissimo filo di rame oppure, unica un contatto colpendo due reti metalliche, simili a quelle delle odierne zanzariere in plastica, che allora si trovavano in ottone, sistemate molto vicine in modo che al passaggio del proiettile venissero perforate e si toccassero insieme cortocircuitando il sistema.
Devo
dire che se pur fosse un sistema complicato e lungo da usare, una volta
capito e organizzati di strumenti adeguati e il materiale d'uso funzionava
bene e con molta precisione. Con questo strumento abbiamo misurato la velocità
dei primi proiettili THV sperimentali prodotti in Italia negli anni '80.
Alla
base di tutto vi era un semplice sistema di controllo sopracitato. Il proiettile uscendo
dalla canna tagliava un finissimo filo in rame che solitamente stendevamo tra due pinzette elettriche e montate saldamente su una tavoletta che fungeva anche da "rest", la canna poteca essere appoggiata in modo da trovarsi subito in prossimità del filo e tagliarlo aprendo il primo circuito
elettrico che attivava il cronometro (al milionesimo di secondo). Dopo alcuni
metri il proiettile finiva per attraversare un secondo circuito composto
dalle due reti metalliche finissime (solitamente usavamo rete di zanzariera
in ottone molto usata a quel tempo), poste a breve distanza, quasi a contatto,
il proiettile attraversandole finiva per provocare un contatto tra esse
e quindi la chiusura di un secondo circuito che fermava il crononetro. Il
tempo trascorso dal proiettile per andare
dal primo sensore al secondo, veniva segnato su un display a led rossi,
il tempo veniva letto in milionesimi di secondo. Sapendo la distanza tra
i due (che noi usavamo approntare solitamente tra due e tre metri), ricavare
la velocità del proiettile era gioco da ragazzi, armati di calcolatrice
naturalmente.
La
nostra "scatola magica" si presentava come nel disegno qui sotto,
vi si trovavano i morsetti per collegare i fili dei sensori in
basso, due display ad almeno 6 cifre, pulsanti di prova del circuito e per
il reset dopo ogni prova, luci spia per il controllo del circuito e un commutatore
per la modalità di controllo delle misurazioni.
Il
commutatore a quattro posizioni in alto, permetteva di scegliere il tipo
di controllo o misurazione che si voleva fare, era possibile infatti misurare
la velocità di un proiettile prelevando i tempi in due punti ben
distinti della traiettoria, questo era utile con l'uso di revolver perchè
era possibile misurare con facilità il tempo di canna e il tempo
di traiettoria, era sufficiente sistemare il primo sensore a filo tra il
tamburo e la canna e il secondo sensore alla sua bocca, quindi un terzo
sensore alla distanza voluta per avere due tempi separati sui due display, il tempo di canna e quello di volo.
Infatti il proiettile tagliando il primo filo attivava il primo cronometro
che si arrestava non appena il proiettile attraversava il secondo sensore posto
alla bocca della canna, dando cosi il "tempo di canna", nello
stessso istante si attivava il secondo cronometro che veniva arrestato con
il contatto del terzo sensore indicando cosi il tempo della traiettoria
esterna. Alla fine questo sistema è sicuramente più completo
degli attuali semplici cronografi ottici anche se la preparazione dei sensori
era laboriosa e lunga. Cosi si poteva scegliere di prelevare il tempo tra
i primi due sensori, tra il primo e il terzo, tra primo, secondo e terzo
insieme oppure tra secondo e terzo solamente. Quattro modalità ben
distinte.
Ecco sopra lo scema semplificato del funzionamento, il proiettile esce dalla canna e taglia il filo, il cronomero si avvia, quindi il proiettile mette in contatto due retine che bloccano il cronometro, il tempo indicato dal cronometro è quello impiegato dal proiettile per percorrere lo spazio tra i sensori.
Qui sopra vediamo come poteva essere prelevata la velocità in due punti diversi.
Vi
era anche un piccolo led luminoso di colore rosso, all'attivazione del "cronografo",
che funzionava con una batteria da 12 volt di piccole dimensioni, usavamo un pacchetto da 10 stilo da 1,5v, il led era spento
quindi perche le misurazioni fossero precise, si doveva attendere l'accensione del
led che indicava che i circuiti erano pronti (caldi) a funzionare.
Ora
che vi ho spiegato il funzionamento di massima del cronografo del "nonno",
non mi resta che pubblicare il circuito interno che non posso spiegare non
essendo un esperto di elettronica, sono sicuro però che qualcuno
riuscirà a duplicare questo simpatico oggetto e se volesse inviarmene
uno (pagandone le spese) sarei lieto di riceverlo. (cliccando sulle
immagini potete vederle a grandezza "leggibile").
. .
Non
esiste un manuale ma solo un foglietto scritto a macchina che pubblico qui
sotto.
Sono
riportati in alto, alcuni valori di riferimento tra la velocità e
la lettura sul display e sotto la relazione tra la velocità il tempo
e lo spazio percorso da un proiettile; vi è quindi un esempio e in
fondo la spiagazione del funzionamento dei contatti e dei sensori secondo
la posizione del commutatore presente sul cronografo a 4 posizioni.
Riportiamo
lo stesso in maniera più comprensibile per tutti:
COMMUTATORE |
COLLEGARE
|
LETTURA
|
POSIZIONE |
BERSAGLIO
1 |
BERSAGLIO
2 |
BERSAGLIO
3 |
DISPLAY 1 |
DISPLAY 2 |
1 |
canna |
1°
bersaglio |
|
si |
- |
2 |
canna |
1°
bersaglio |
2°
bersaglio |
si |
si |
3 |
canna |
- |
2°
bersaglio |
- |
si |
4 |
- |
1°
bersaglio |
2°
bersaglio |
- |
si |